Domande ed osservazioni dell’amico – lettore Luigi Amati:
Caro Fabio,
ho letto con tanto interesse il tuo bellissimo libro,un esempio per tutti noi di profondo amore,dedizione e pazienza verso tuo figlio Davide,dividendo insieme a lui un mondo spesso inesplorato come quello dell’autismo. Da quanto ho potuto cogliere nel messaggio che hai voluto trasmettere ai tuoi lettori,accanto alla denuncia verso le tante istituzioni che dopo la scuola dell’obbligo tendono ad abbandonare a se stessi sia i portatori di tali problematiche che loro famiglie,impera la preoccupazione per il futuro loro (“chi dopo noi due ?” scrivi a pagina 67a conclusione del tuo libro) che se non preventivamente supportato da una fascia di sicurezza di persone,relazioni e contatti viene visto in maniera preoccupante.
Vi è poi la drammatica considerazione di essere alla costante ricerca di stimoli,rapporti,impegni sia scolastici o di altra natura affinchè possa rimanere sempre aperta la comunicazione tra il mondo esterno,la” vita normale” e il mondo di Davide,evitando così il pericolo che tuo figlio possa sentirsi sempre più emarginato.
A suo vantaggio vi è però la predisposizione per l’arte,in particolare per la pittura,attraverso la realizzazione di quadri che per intensità espressiva e fattura sono degli ineguagliabili messaggi verso l’esterno e che come spesso la storia della pittura insegna (Ligabue,tanti pittori impressionisti) la disabilità possa non essere considerata un handicap ma una potenziale espressione di un mondo autonomo ai più sconosciuto.
A tale proposito,hai avuto qualche contatto con scuole d’arte affinchè tale naturale predisposizione possa continuare e perfezionarsi?
Un caro saluto
Gigi
R: Fabio Pinardi 14-02-2016
E’ notizia di questi giorni l’approvazione alla Camera della legge del “Dopo di noi” che tutela i disabili gravi rimasti orfani dei genitori . Non è un disegno di legge perfetto, ma è la prima presa di coscienza del ns stato che offre nuove speranze ai disabili gravi rimasti soli.
Hai compreso perfettamente la mia attuale impellente esigenza di continuare il percorso di aggregazione ed inserimento sociale bruscamente interrottosi con il termine della scuola. In realtà avrei voluto procrastinare il più possibile l’interruzione del ciclo di istruzione, iscrivendo Davide all’Università , ma, come si può leggere a pag. 50-51-52-53-54 , nonostante strenui tentativi, non ci sono riuscito.
Per quanto riguarda l’attività di pittore abbiamo sostenuto molto la predisposizione di Davide, pag.46-47. L’iscrizione ad una scuola di perfezionamento ci è negata come ci è inspiegabilmente negata l’Università.